Leggi e ascolta la favola de “Il pastello bianco”

Curiosando

Il pastello è una tecnica di disegno che usa bastoncini di pigmento colorato.

La percentuale del legante (colla o cera) è ridotta al minimo per assicurare l’adesione dei pigmenti al foglio.

Il colore risulta quindi purissimo e luminoso; questa caratteristica viene esaltata utilizzando carta più o meno ruvida. Per assicurare una maggiore adesione delle polveri colorate alla carta, sul disegno può essere vaporizzato un fissante che diminuisce però la vivacità dei colori. Un disegno a pastello può essere adeguatamente conservato sotto vetro per proteggerlo dall’umidità e dalla polvere.

Il pastello morbido venne inventato dall’artista francese Jean Perréal (1455-1530), verso il XVI secolo. Leonardo da Vinci (1452-1519) fu uno dei primi in Italia ad utilizzarlo nei suoi studi e schizzi e ne riconobbe la paternità a Perréal, citandolo nella raccolta dei suoi disegni e scritti nota come Codice Atlantico al foglio 247, con la frase “…una tecnica nuova per dipingere con differenti colori secchi…”.

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Leggiamo insieme

C’era una volta un pastello bianco che si sentiva molto triste. Nessuno lo usava mai per disegnare, perché era troppo sbiadito e invisibile. Tutti gli altri pastelli lo ignoravano e lo prendevano in giro, dicendogli che era inutile e noioso.

Un giorno, il pastello bianco decise di scappare dalla scatola dei colori e di andare a cercare un posto dove poter essere felice. Si avventurò nel mondo, ma ovunque andasse non trovava nessuno che lo apprezzasse. I bambini lo scambiavano per un gessetto e lo usavano per scrivere sulla lavagna, i pittori lo buttavano via perché non serviva a niente, i disegnatori lo lasciavano in un angolo perché non si vedeva sul foglio.

Il pastello bianco si sentiva sempre più solo e sconsolato, finché un giorno arrivò in una foresta incantata. Lì incontrò una fata che gli chiese cosa stesse cercando. Il pastello bianco le raccontò la sua triste storia e le disse che voleva solo essere amato e usato per creare belle cose.

La fata si commosse e decise di aiutarlo. Lo portò in una grotta dove c’erano tanti cristalli di tutti i colori. La fata gli disse che quei cristalli erano magici e che potevano cambiare il colore di qualsiasi cosa li toccasse. Il pastello bianco si illuminò e pensò che finalmente avrebbe potuto diventare un pastello come gli altri.

Ma la fata lo fermò e gli disse: “Aspetta, non è così semplice. Se vuoi cambiare colore, devi scegliere bene quale cristallo toccare. Ogni colore ha il suo significato e la sua personalità. Devi scegliere quello che ti rappresenta meglio, altrimenti non sarai felice”.

Il pastello bianco si guardò intorno e vide tanti cristalli splendenti. C’era il rosso, il colore della passione e dell’energia, ma anche della rabbia e del pericolo. C’era il blu, il colore della calma e della saggezza, ma anche della tristezza e della malinconia. C’era il verde, il colore della natura e della speranza, ma anche dell’invidia e della gelosia. C’era il giallo, il colore della gioia e dell’intelligenza, ma anche della paura e della falsità. E così via.

Il pastello bianco si rese conto che ogni colore aveva i suoi lati positivi e negativi, e che nessuno era perfetto. Si chiese se valeva la pena cambiare il suo colore originale per diventare qualcun altro. Si chiese se sarebbe stato più felice così.

Allora la fata gli disse: “Sai, il bianco non è un colore come gli altri. Il bianco è la somma di tutti i colori. Il bianco contiene tutte le sfumature possibili e immaginabili. Il bianco è il colore della luce, della purezza, della fantasia. Il bianco è il colore più bello che ci sia”.

Il pastello bianco rimase sorpreso da queste parole. Non aveva mai pensato al suo colore in quel modo. Si guardò le mani e vide che erano sporche di tutti i colori che aveva toccato nel suo viaggio. Si accorse che il suo bianco era diventato più brillante e più vivo.

La fata gli sorrise e gli disse: “Vedi? Non hai bisogno di cambiare colore per essere speciale. Sei già speciale così come sei. Devi solo trovare qualcuno che sappia apprezzarti per quello che sei”.

Il pastello bianco si sentì felice per la prima volta nella sua vita. Ringraziò la fata per avergli aperto gli occhi e le chiese dove potesse trovare qualcuno che lo volesse bene.

La fata gli disse: “Non devi andare lontano. C’è un posto dove i pastelli bianchi sono molto richiesti e ammirati. Un posto dove puoi esprimere tutta la tua creatività e la tua fantasia. Un posto dove puoi fare la differenza”.

“Quale posto?” chiese il pastello bianco.

“La carta da lucido” rispose la fata.

E così il pastello bianco andò a cercare la carta da lucido e lì trovò la sua felicità. Da quel giorno in poi, il pastello bianco fu usato per disegnare tante cose meravigliose, come fiocchi di neve, stelle, nuvole, arcobaleni e unicorni. Il pastello bianco si sentì finalmente apprezzato e amato, e capì che il suo colore era il più bello di tutti.

E vissero tutti felici e colorati.

Ascoltiamo insieme

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Le favole della buonanotte
Il pastello bianco
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Ultimo aggiornamento il 4 Luglio 2024 by Remigio Ruberto


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