La vita è il dono. L’amore è il dono. Donare è vita e amore.
Racconto a quattro mani di tre giorni densi di amore.
Arrivati ad una certa età, superati i cinquanta, il sonno diventa più breve perché intervallati da pensieri su famiglia, lavoro, sogni infranti e sogni da costruire.
Il nostro sonno di giovedì 9 febbraio 2023 è stato intervallato quasi esclusivamente da “sogni da costruire”
Si parte
Alle 7 il nostro sogno in costruzione ha avuto inizio.
Giornata fredda ma con un sole immenso, caldo, brillante.
Come la nostra missione appena iniziata.
L’appuntamento è per le 11.00 presso il reparto DH di Oncoematologia dell’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù presso la sede Gianicolo.
Ad attenderci la rassicurante caposala Elsa Bianchini, e la nostra infaticabile guerriera Dott.sa Antonella Cacchione.
Il timore era di arrivare in ritardo al nostro appuntamento, ma ringraziando Iddio, tutto è filato liscio.
Ospedale pediatrico Bambino Gesù
Alle 10.30 eravamo dinanzi all’entrata dell’ospedale. Io (Pina) e Francesca siamo scese con i nostri bagagli pieni di doni, e Remigio è andato a parcheggiare il camper al piazzale Giuseppe Garibaldi.
Procedura che abbiamo fatto mille volte con Eugenio.
Che dire? Il cuore non riusciva a contenere i suoi battiti, le mani sudavano e la mente era annebbiata; tutto mi riportava a tre anni fa. Non riuscivo a guardarmi intorno, sembrava che nulla fosse cambiato. Eravamo in quel posto, di speranza, di amore, di dolore, e lo ritrovavamo come lo avevamo lasciato: troppo pieno di bambini.
Ci avviamo all’ascensore, pochi secondi ed eccoci al terzo piano. Francesca simula indifferenza dietro la mascherina, ma i suoi occhi sono troppo attenti a guardarsi attorno per essere davvero indifferente.
Entriamo direttamente in reparto, passando avanti alla ludoteca di piano, con lo sguardo fisso e le orecchie sorde a quel microfono che snocciolava nomi e indicazioni (e nella mia mente rimbombava “Ruberto in k6″, “Ruberto in k13“); ci fermiamo avanti all’ufficio della caposala e attendiamo Elsa.
Intanto Remigio …
Si, le emozioni sono tante. Non è semplice, per nulla facile! Però è il solo modo che abbiamo per tenere vivo il ricordo di Eugenio, per trarre ancora insegnamento dalla sua giovane vita terrena.
Arriva Elsa, ci salutiamo, ci abbracciamo, i nostri occhi si parlano da sopra le mascherine. Si dirige con passo svelto presso lo studio della Dottoressa e intanto Remigio arriva.
Qui i bambini, sono tanti, troppi. Sembrano sbucare da ogni dove; carrozzine, passeggini, sedie a rotelle, piedini che camminano con una mano attaccata al carrellino della flebo (non si sa se lo spingono o si sorreggono) e l’altra alla mano della mamma o del papà.
Cappellini buffi, cerchietti colorati, fasce ricche di fiocchetti, tutto per rendere ancora più belle quelle testoline calve e straordinariamente lucide e perfette.
Chi gioca con il tablet, chi con il telefonino, chi con giochini e libri di favole; tutti cercano di ingannare il tempo, l’attesa, come se fosse un giorno normale in un posto qualunque. Per motivi di privacy, e per rispetto, non abbiamo scattato foto del reparto; ogni vita merita di essere tutelata e salvaguardata da ogni forma di curiosità. Specie in questi momenti e in questi luoghi di speranza, di sofferenza, di amore.
Ecco che arriva la nostra Dottoressa! Baci, abbracci, forti abbracci, occhi lucidi; non è facile nemmeno per lei vederci qui in reparto. La stanchezza di una notte non proprio tranquilla è visibile sul suo viso, il peso di tante terapie da visionare, tanti visini e tanti volti da rassicurare (e non sempre è veramente così).
Sono le 11 circa e lei è in reparto dalle 20 di ieri sera, dopo aver terminato il turno 8-14
Le ore trascorse qui in reparto sono di gran lunga superiori, troppo, a quelle passate in famiglia.
Parliamo di tante cose, il tempo scorre troppo velocemente e lei deve ritornare alla sua missione (mentre parlavamo il suo cellulare è squillato non so quante volte, la collega ha chiesto non so quanti consigli).
Elsa intanto rassicura una mamma che le chiede ragguagli.
Apriamo i borsoni, tra lo stupore e la gioia di entrambe. Su un carrello dei medicinali poggiamo tutti i doni che abbiamo portato; tutto ciò che VOI avete donato con amore.
Dolci, libri di favole, pastelli, caramelle, pastelli, giochi da tavolo, ed il tanto desiderato spray rimuovi cerotti! Si, nei nostri contatti con la ludoteca e con la caposala ci fu chiesto di evitare giochi che i bambini, per ovvi problemi, non avrebbero potuto utilizzare (hanno depositi pieni di palloni da calcio, difficili da usare in ospedale) ma di dirottare le nostre risorse su un prodotto che avrebbe sicuramente portato gioia e sollievo ai piccoli pazienti.
Spray togli cerotti, articolo introvabile! Si, la ricerca di questo prodotto ci ha impegnato molto. Pare che l’articolo non fosse disponibile in nessuna farmacia, deposito di medicinali, e similari, del territorio nazionale. Abbiamo coinvolto tutti, dall’amico farmacista del nostro paese, ai grandi on-line. Tra l’altro è un prodotto non proprio economico, ma efficacissimo. E per i bambini sottoposti ad analisi, pic, pet, interventi chirurgici, riuscire a rimuovere i cerotti di protezione senza sentire dolore è già un grande sollievo.
Elsa felicissima prende i vari flaconi e soddisfatta si avvia verso la medicheria, “li farò arrivare in tutti i reparti, così i bambini si faranno medicare senza problemi!“.
Antonella invece prende dal carrello un libro con i stacca-attacca di Peppa Pig. “Questo lo porto immediatamente a Giulia“. Esce nel corridoio e chiama “Giulia!“. Arriva una bimbetta alta quanto un soldo di cacio, forse due anni, completamente calva e con le cicatrici sulla testa che ben conosciamo, con la manina in quella della mamma, prende l’album timidamente, e con gli occhi densi di dolore e il volto carico di sofferenze, ci saluta.
Il volto di Giulia è quello dei duecento bambini che ogni giorno passano per questo reparto, e la sua gioia è quella che vorremmo far provare ad ognuno di loro.
L’ho detto e lo ripeto, ognuno di noi dovrebbe fare un tour in un ospedale pediatrico, almeno una volta l’anno. Questo per fare una doccia di umiltà e per ringraziare Iddio per il grande dono della salute e della vita. Tutto il resto è di più.
Un ultimo scambio di battute, la promessa di continuare periodicamente la nostra raccolta, occhi lucidi e tanto tanto amore scambiato, ancora abbracci e baci con lo sguardo a tutti i super-eroi che ci sono vicino, che passano e attendono, e lasciamo il reparto.
Il cuore è talmente pieno di amore, la mente è completamente piena delle parole, degli sguardi, che abbiamo ricevuto in dono, che usciamo dall’ospedale senza rendercene conto.
Un saluto alla nostra Madonnina e alla volontaria del Negozietto, uno sguardo alla ludoteca, la visita e una preghiera nella nostra amata Cappella, e andiamo via.
E’ mezzogiorno! Il cannone del Gianicolo spara il suo colpo e dal piazzale si odono tutte le campane di Roma. Che musica celestiale!
Rientrati nel camper decidiamo di spostarci a Via Nuova Fornaci; la zona è più tranquilla, anche se a ridosso di San Pietro, e con un po’ di fortuna possiamo rimanere lì per i prossimi giorni.
Pranziamo con le vettovaglie portate da casa (per il piacere di Francesca, le famigerate cotolette di nonna Tetta e il gattò di patate) e riposiamo in attesa dell’appuntamento con Alessandro Gisotti a Palazzo Pio.
Alle 16.30 siamo con Alessandro; ragguagli sulle attività, scambio di abbracci, passeggiatina per un caffè, tanti sorrisi e tanto affetto. Potremmo trascorrere delle ore con lui, non avremmo mai problemi di argomenti di cui parlare! E’ davvero una delle persone dall’animo più bello che io conosca, che noi abbiamo l’onore e il piacere di avere come amico!
Ma si sa, il tempo è tiranno, e gli impegni sono sempre tanti, soprattutto per chi ha la responsabilità dei media vaticani.
Quanto fermento e quante emozioni in questo primo giorno romano. Le nostre anime hanno bisogno di ritrovare pace, tranquillità e quale posto meglio di questo può donare serenità?
Abbiamo assaporato ogni minuto di questa serata, ne avevamo bisogno.
Abbiamo girovagato in lungo e in largo tutta la piazza, c’era ancora tanta gente in fila per entrare all’interno della Basilica e l’orario di chiusura era vicino. Ma tanto, ci eravamo ripromessi, la visita domani.
Francesca è affamata! I suoi 11 anni reclamano! E il McDonald’s di Borgo Pio è troppo invitante per passare oltre.
Panino con hamburger, patatine, bibita e qualche gioco al tavolo interattivo ci rimettono in sesto, anzi ci fanno sentire in pieno la stanchezza di questo giorno, così decidiamo di ritornare al nostro amato camper dove la dolcissima Lussy ci sta aspettando.
La buonanotte a Piazza San Pietro non può mancare!
Percorriamo il chilometro e mezzo che separa Piazza San Pietro dal parcheggio pubblico Fornaci dove è parcheggiato il nostro amato camper Pio.
Lussy ci aspetta, affettuosa e dolce come sempre.
E’ in corso il festival di Sanremo e iniziamo a seguire qualche canzone, ma il sonno incombe…
Francesca si è rigenerata dopo la cena al Mc! Di dormire non ha proprio intenzione e lancia di nuovo alla ribalta la sua idea di “notte a Roma”.
Notte romana
Dalle varie pubblicità alla tv, avevamo appreso che il programma VivaRai2, condotto da Fiorello, nella settimana di Sanremo, sarebbe andato in onda la sera (notte) a fine festival.
Inutile dire che Francesca era intenzionata ad andare a Via Asiago, a seguire in diretta l’ultima puntata serale del programma. A nulla sono valsi i nostri pigiami, e la nostra stanchezza.
A mezzanotte e mezza la sveglia suona! Di fronte al nostro no, Francesca scoppia a piangere e a quel punto cosa fa Remigio? Si alza dal letto, si cambia, mi incita a fare altrettanto e chiama il taxi per andare alla storica sede Rai.
Immaginate la felicità di Francesca!… e anche il freddo della notte!
Arriviamo a Via Asiago, sembra giorno tanta è la gente in attesa di vedere dal vivo lo spettacolo. Nessuno accusa sonno o freddo… una bella e sana euforia nell’aria ci rende allegri e spensierati come la nostra Francesca.
Il termometro segna 1 grado celsius.
Ad uno ad uno escono ballerini, conduttrici, ospiti, attori, è un tripudio di musiche e colori! Che dire, lo spettacolo è meraviglioso e Fiorello un mattatore fantastico!
Infreddoliti, ma carichi di energia e amore. Il sorriso di Francesca ci scalda.
Andiamo avanti in questo circo fino alle 3.15 di mattina, poi tutto è silenzio e il freddo la fa da padrona. Il taxi per il rientro è un’oasi di calore e finalmente alle 4.00 rientriamo al camper Pio dove ci accoglie il tepore della stufa. Via, tutti a nanna finalmente.
Sabato in Vaticano
Il risveglio di sabato è con calma, abbiamo avuto modo di riposare bene.
Roma ci accoglie in tutta la sua bellezza con un’aria frizzantissima ed un sole stupendo.
La nostra giornata è tutta da dedicare alla Basilica di San Pietro per visitarla con calma e per assistere alla Santa Messa.
Tutto preceduto da un altro meraviglioso incontro; alle 11 ci incontriamo con Benedetta Capelli e con il piccolo Alessandro, suo figlio.
Anche con Benedetta gli argomenti non mancano! Dalle avventure casalinghe, la scuola e le attività sportive di Alessandro e di Francesca, il passato che merita di essere condiviso, i nuovi progetti di lavoro, tante cose da raccontare che non basterebbe una giornata intera. Ma il pomeriggio incalza, Alessandro scalpita perché ha una festa di compleanno e anche noi abbiamo la Basilica che ci aspetta.
Entrare non è semplice, la fila è lunga anche se scorrevole e, accolti dalle Guardie Svizzere finalmente entriamo!
Che incanto! Gli occhi spaziano e non sanno dove posarsi; un senso di pace ci pervade. Siamo insieme a centinaia di altri pellegrini, visitatori, ma ovunque c’è rispetto per il luogo sacro in cui ci troviamo. Ci soffermiamo ad ammirare la Pietà di Michelangelo, la tomba di San Giovanni Paolo II, entriamo in raccoglimento all’interno della Cappella del Santissimo. Scendiamo a visitare le tombe dei Papi, ci emozioniamo fortemente di fronte alla tomba del Papa Emerito Benedetto XVI. E poi ancora, la statua di San Pietro, la Cattedra di Pietro, l’altare centrale, il Museo del tesoro di San Pietro…
Il tempo scorre, ma per noi è come essere appena entrati. Ci rendiamo conto di non aver pranzato, che è pomeriggio inoltrato. Alle 17.00 c’è la messa vespertina all’altare della Cattedra e decidiamo di partecipare anche al Rosario che la precede.
Inutile dire che la stanchezza è tanta; in questi giorni romani abbiamo percorso tanta strada, migliaia di passi, ma il senso di pace che si vive all’interno della Basilica ci riconcilia con il mondo intero. Sono sincera, la mia partecipazione alla messa è stata così sentita che avrei potuto tranquillamente rimanere lì, seduta su quei banchi di legno, fino al giorno dopo. L’omelia è breve ma intensa, i canti della corale maschile, le persone in raccoglimento, insomma un piccolo assaggio di serenità.
Lasciamo definitivamente la Basilica che sono circa le 18.30. Il freddo esterno è pungente, un rapido giro per Via Conciliazione e decidiamo di rientrare al camper per la cena e il meritato riposo fisico.
Una bellissima chiacchierata telefonica con la nostra cara Enrichetta Offreda ci permette di condividere subito tutte le emozioni di questi giorni, con la promessa di ritornare presto e dedicare a lei e alla sua deliziosa famiglia una intera giornata.
Un bel piatto di pastasciutta ci riconcilia con la terra, i pigiamoni caldi e le canzoni di Sanremo fanno il resto. Alle 22.30 siamo belli che addormentati tutti e quattro.
E’ domenica
Svegliarsi con il suono delle campane è bello; col campanone di San Pietro è meraviglioso. L’aria è gelida fuori, Remigio e Lussy rientrano ghiacciati dalla passeggiata mattutina.
Francesca dorme al calduccio, il calore della stufa le riscalda il lettino tanto che può dormire senza le coperte. L’aroma del caffè sveglia anche lei e ci prepariamo per la colazione.
Il programma di oggi prevede la partecipazione all’Angelus di Papa Francesco, a mezzogiorno, e poi rientro a casa così che non si faccia troppo tardi per permettere a Francesca di prepararsi per la scuola per lunedì.
Sistemiamo per bene il camper, mettiamo a posto stoviglie e vestiti così che il viaggio di ritorno si svolga poi senza danni, e siamo pronti per “scendere” in Piazza San Pietro.
Certi di essere in anticipo, ci avviamo con tutta calma.
Arrivati all’esterno del Colonnato notiamo tante Forze dell’Ordine, davvero tanti! E tante persone in fila, davvero tante!
Ci avviciniamo ad un Carabiniere, per capire se ci fosse qualche evento particolare in Piazza, che ci era sfuggito, o cosa… Lui, sorridendo, ci dice che tutta quella gente è in attesa di entrare in Piazza San Pietro per l’Angelus! E che l’unico modo per accedere è quello!
La domenica si accede solo osservando rigidamente le file che costeggiano Via della Conciliazione, e i varchi del Colonnato. Tutti presidiati per i controlli di rito!
Insomma, da che eravamo in anticipo, ci tocca camminare molto velocemente per riuscire a superare i controlli e ad accedere alla piazza prima dell’uscita alla finestra di Papa Francesco.
Ce la facciamo, siamo appena entrati, quando un boato di gioia si alza e una piccola figura vestita di bianco si affaccia alla finestra aperta. Anche se siamo molto distanti (e noi lo abbiamo visto da molto vicino), è sempre una grandissima emozione! Le sue parole sono balsamo per i nostri animi, le esortazioni alla pace, alla preghiera per la “martoriata Ucraina”, per le vittime del terremoto in Turchia e in Siria… un pensiero per ogni situazione difficile che questo mondo sta vivendo.
Non può che concludersi così il nostro weekend. Con il grande dono delle Sante Parole di Papa Francesco.
Recitiamo con lui la preghiera finale, accogliamo la sua benedizione e lo salutiamo con entusiasmo insieme alle migliaia di persone che sono con noi.
Noi partiamo: i nostri quatto cuori restano in Piazza San Pietro, fra le possenti e amorevoli braccia del colonnato, che come il Signore, abbraccia tutti per sempre.
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