Leggi e ascolta con me “I rifiuti”
Ciao a tutti e a tutte!
Questa sera vi leggerò una nuova filastrocca dal sito www.filastrocche.it scritto da Stefania Di Massimantonio.
Buon ascolto!
Leggi con me:
Tu qualcosa puoi di certo fare
se il mondo non vuoi inquinare,
se ti piace andare al mare
o ancor più passeggiare
e genuino vuoi mangiare
una cosa sola devi fare:
la spazzatura devi differenziare.
Tante cose non vanno buttate
perchè possono essere riciclate.
La situazione è davvero drastica
tutta colpa della plastica,
per non parlare delle pile
il danno che fanno è assai vile.
La domenica, a papà puoi dire
di lasciare la macchina in cortile,
in bicicletta tutti si va
e l’aria più pulita certo sarà.
Alla mamma invece devi dire
che basta poco detersivo per pulire,
così il fiume non facciamo soffrire.
Su, dai una mano anche tu,
realizziamo un mondo davvero bello
che abbia il colore dell’acquarello.
Rifiuto
I rifiuti sono materiali di scarto di svariate attività umane. Esempi tipici ne sono i rifiuti solidi urbani, le acque reflue (contenenti rifiuti corporei), il deflusso superficiale della pioggia in idrologia e in particolar modo nei sistemi di drenaggio urbano, i rifiuti radioattivi e altri.
Definizione normativa
Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente
Secondo il Programma delle Nazioni Unite per l’ambiente (UNEP) e in particolare secondo la Convenzione di Basilea del 1989, art.2(1), “I rifiuti sono sostanze o oggetti che sono smaltiti o che sono destinati a essere smaltiti o devono essere smaltiti in base alle disposizioni della legislazione nazionale”.[1]
Unione Europea
L’Unione europea, con la Direttiva n.2008/98/Ce del 19 novembre 2008 (Gazzetta ufficiale dell’Unione europea L312 del 22 novembre 2008) li definisce “qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o l’obbligo di disfarsi“.[2] Non sono considerati rifiuti i “sottoprodotti”, ossia i residui ottenuti da un ciclo produttivo che soddisfano i requisiti elencati nell’art. 184-bis del D.lgs. 152/2006:
- la sostanza o l’oggetto è originato da un processo di produzione di cui costituisce parte integrante, e il cui scopo primario non è la produzione di tale sostanza od oggetto;
- è certo che la sostanza o l’oggetto sarà utilizzato, nel corso dello stesso o di un successivo processo di produzione o di utilizzazione, da parte del produttore o di terzi;
- la sostanza o l’oggetto può essere utilizzato direttamente senza alcun ulteriore trattamento diverso dalla normale pratica industriale;
- l’ulteriore utilizzo è legale, ossia la sostanza o l’oggetto soddisfa, per l’utilizzo specifico, tutti i requisiti pertinenti riguardanti i prodotti e la protezione della salute e dell’ambiente e non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o la salute umana.
È previsto che, dopo una determinata lavorazione, un rifiuto possa cessare di essere tale se vengono rispettate le condizioni elencate nell’art. 184-ter del D.lgs. 152/2006:
- la sostanza o l’oggetto è comunemente utilizzato per scopi specifici;
- esiste un mercato o una domanda per tale sostanza od oggetto;
- la sostanza o l’oggetto soddisfa i requisiti tecnici per gli scopi specifici e rispetta la normativa e gli standard esistenti applicabili ai prodotti;
- l’utilizzo della sostanza o dell’oggetto, non porterà a impatti complessivi negativi sull’ambiente o sulla salute umana.
Italia
La definizione normativa in Italia è data dall’art. 183 del decreto legislativo 3 aprile 2006 n. 152 (cosiddetto Testo unico ambientale), modificata dal decreto legislativo 3 dicembre 2010, n. 205 “Disposizioni di attuazione della direttiva 2008/98/CE del Parlamento europeo e del Consiglio del 19 novembre 2008 relativa ai rifiuti e che abroga alcune direttive“. (10G0235) (GU n. 288 del 10-12-2010 – Suppl. Ordinario n.269):
«Qualsiasi sostanza od oggetto di cui il detentore si disfi o abbia l’intenzione o abbia l’obbligo di disfarsi»
L’atto di “disfarsi” va inteso indipendentemente dal fatto che il bene possa potenzialmente essere oggetto di riutilizzo, diretto o previo intervento manipolativo. Secondo la Circolare del Ministero dell’Ambiente 28.06.1999 “disfarsi” equivale ad avviare un oggetto o sostanza ad operazioni di smaltimento o di recupero (rispettivamente allegati B e C alla parte quarta del D.Lgs. 152/2006).
Vi è piaciuta la filastrocca e cosa ha scritto wikipedia?
Buonanotte dalla vostra sorellina Francesca dal nostro angioletto Eugenio
Ultimo aggiornamento il 28 Ottobre 2022 by Remigio Ruberto
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