E’ mezzanotte.
Ero ancora al pc, guardando e riguardando per l’ennesima volta tutte le foto di Eugenio di almeno uno, due, tre anni fa.
Dalla finestra leggermente appannata, quella che affaccia direttamente sul Matese stanotte purtroppo in fiamme, un piccolo rivoletto di vento fresco si fa spazio, e raggiunge le calde ed arrossate gote di Eugenio.
Lo guardo, lo tengo sempre sotto il mio sguardo: apre gli occhi.
Corro da lui; gli chiedo: “ciao Eugenio, tutto bene?”
Lui, facendo un cenno col capo: “si, papà, tutto bene, mi gira un pochino la testa”
Lo tranquillizzo, alzo un pochino lo schienale, gli chiedo: “vogliamo andare a lettino, così stai più comodo?”
Subito mi risponde, annuendo con la testa: “si papà, è meglio!”
Gli alzo la testa, un pochino pendente, così da ristabilire la giusta pressione alla testa. Non gli gira più. Piano, piano, molto piano, al mio “1,2,3…” lo sollevo dal divano, e un passetto microscopico alla volta, sorreggendolo sotto le ascelle, lo porto in cameretta, al suo lettino.
Arriva anche Giuseppina. Gli cambiamo il pannolone, ormai sfruttato. Gli facciamo indossare il pigiamino per la notte.
E’ necessario segnarci con la croce di Gesù, e ringraziandolo per questo ulteriore dono, si addormenta, sereno.
Impiego molto tempo per addormentarmi, ma finalmente, saranno state le 2.30 mi addormento, stringendogli la mano.
Alle 8 di stamattina è tutto raggomitolato con un salsicciotto: gli sistemo il lenzuolo e, purtroppo, gli propino la prima pillola della giornata, da prendere a stomaco vuoto (Lucen 40, consigliate da Dr. Di Tommaso)
Ha inizio un nuovo meraviglioso giorno, insieme.
Il guerriero si rimette a dormire.
Guerrieri non si nasce: si diventa!
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