Caldi, in tre nel lettone: giovedì 7 novembre 2019
Lettone
In tre nel lettone si sta benissimo: caldi quanto basta, coccolosi più che mai, con un cuscino morbidissimo sotto la testa e mamma che fa da cuscino laterale, beh è il massimo!
Policlinico Gemelli
Ci dobbiamo muovere, abbiamo una giornata intensa. Prima tappa al Ospedale pediatrico Bambino Gesù, dove ci aspetta la dottoressa Cacchione che ci deve consegnare il CD della risonanza, che poi dobbiamo portare al Policlinico Gemelli, al reparto di radioterapia, dove il Prof. Balducci deve analizzare il caso e prevedere il ciclo di radioterapia che dovrà sostenere Eugenio, il nostro guerriero.
Tutti giù dal letto! Colazione, lavare e vestirsi!
Per Eugenio ci vuole una manina in più rispetto a Francesca, che ormai in tutto questo trambusto è diventata una donnina, autonoma e quasi indipendente.
Previsioni del tempo buone, traffico normale per Roma, cioè incasinato! Bisogna muoversi.
Usciamo di casa alle 8.27, e in solo 1 ora e 10 minuti percorriamo 36 Km, che per Roma è abbastanza buono.
Ospedale Bambino Gesù
Arriviamo al Bambino Gesù al Gianicolo. Trovo parcheggio giusto davanti all’ingresso principale. Non è un posto molto comodo, ma non do fastidio al traffico, e spero che Giuseppina faccia abbastanza in fretta, tanto deve solo ritirare il CD con l’esito della risonanza. Rimaniamo in auto io, Eugenio al mio fianco e Francesca al posto posteriore, tutti con gli occhi puntati al proprio smartphone a controllare posta, guardare video, messaggiarsi e inviarsi faccine strane giusto per tenersi in allenamento.
Giuseppina mi chiama per dirmi che sta aspettando la dottoressa: le vuole parlare. Non capisco il perché, ma annuisco e spero si risolva tutto in breve tempo. I ragazzi si sono stancati e sono un po’ stufi dell’attesa.
Tempo qualche minuto scende Giuseppina. Il volto è scuro, tirato. Anche lei armeggia col cellulare, ecco che mentre sale in macchia un suo messaggio, arrivato al mio cellulare mi dice che “la situazione è più complicata del previsto”. Non capisco cosa voglia dire, non abbiamo modo di poter parlare, ci sono Eugenio e Francesca e dobbiamo tenere a bada le emozioni. Ci rimettiamo in viaggio per arrivare al Policlinico Gemelli.
Impieghiamo mezz’ora per percorrere 8,7 Km
Policlinico Gemelli
Per noi è tutto nuovo, tutto strano, tutto immenso. Il policlinico Gemelli è immenso, più grande di un aeroporto. Giriamo inviano in cerca di un parcheggio, ma sembrano tutti al completo. Finalmente, dopo tanto girare come trottole troviamo un parcheggio molto distante dall’ingresso principale, che non sappiamo neanche dove si trovi, ma sappiamo per certo che è lontano, a pelle lo sappiamo.
Eugenio è già stanco di suo, ma lo facciamo camminare fino allo stremo. Arriviamo a qualcosa che sembra un ingresso ospedale, ma è solo un miraggio. E’ l’ingresso del padiglione universitario. La cosa comica è che non sanno neanche dove sia l’ingresso dell’ospedale e tantomeno dove sia il reparto di radiologia.
Percorriamo una serie infinita di corridoi, tunnel, sopraelevate, e finalmente arriviamo a destinazione.
Attendiamo il nostro turno per parlare con il Prof. Balducci, e consegnargli il fatidico CD.
Finalmente: entriamo, Balducci ci accoglie cordialmente, si prende a cuore il caso di Eugenio e scherzando sulla “folta chioma” sua e mia, preannuncia ad Eugenio il ciclo di radioterapia che lo attende e i suoi effetti indesiderati, come l’alopecia.
Eugenio non si scompone, questi decorsi non lo scalfiscono, anzi ne appare affascinato e piuttosto sereno.
Affettuosamente ci salutiamo e ci diamo appuntamento a quando il suo team avrà studiato approfonditamente la risonanza e tutta la cartella clinica di Eugenio, al fine di predisporre la migliore cura radioterapica.
Scendiamo a piano terra…. ooops saliamo al piano zero, al piano dell’ingresso principale, visto che il nostro reparto è a -2
E’ distrutto di stanchezza: lo facciamo accomodare in carrozzina, così da attendere che vado a prendere l’auto al parcheggio.
Dopo una bella scarpinata, prendo al volo l’auto, pago profumatamente 2 ore di parcheggio, vado a prendere la famiglia.
Alle 15.16 partiamo direzione casa. Finalmente!
In due ore e un quarto arriviamo a casa, casa Dragoni (CE). Stremati.
Ci riposiamo.
Finalmente la famiglia si riunisce davanti un ottimo piatto di pasta.
Come al solito scherziamo, giochiamo, sorridiamo. Noi sorridiamo sempre alla vita, qualunque sorpresa ci riservi.
Eugenio conserva ancora i suoi grandi occhioni neri, post intervento di Pozzilli.
La sua testa è ancora in subbuglio, ma il sorriso è quello suo di sempre, e sarà per sempre suo.
Ultimo aggiornamento il 2 Giugno 2024 by Remigio Ruberto
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