
Tempo di lettura: 4 minuti
Leggi ed ascolta la favola con morale di “Francesco salvato dai melograni”.
In un tempo lontano, in una valle rigogliosa circondata da colline dorate e boschi profumati, viveva un giovane contadino di nome Francesco. Aveva ereditato dal padre un piccolo podere, dove coltivava con amore viti, ulivi e soprattutto melograni, i suoi frutti preferiti. Da bambino, sua madre gli raccontava che i melograni erano un dono degli dèi, simbolo di abbondanza e fortuna.
Ogni mattina, Francesco si alzava all’alba per prendersi cura dei suoi alberi, parlando loro come fossero vecchi amici. Credeva che le piante sentissero l’amore che metteva nel suo lavoro, e forse per questo i suoi melograni erano i più dolci e succosi della regione.
Ma un giorno, la sua vita cambiò.
La tempesta improvvisa
Era una tarda estate quando il cielo, senza preavviso, si fece scuro come la notte. Il vento iniziò a sibilare tra i rami, e nel giro di pochi minuti una tempesta si abbatté sulla valle con una violenza inaudita. La pioggia cadeva in fitte lame d’acqua, il tuono rimbombava come il ruggito di una belva furiosa, e il fulmine squarciava il cielo con lampi bianchi e violacei.
Francesco, che si trovava nei campi, lasciò cadere la zappa e si mise a correre verso casa, ma il vento era così forte che lo fece inciampare. Riuscì a rialzarsi e a rifugiarsi sotto un grande albero, ma proprio in quel momento un fulmine colpì il tronco, facendolo crollare a pochi passi da lui.
Col cuore che batteva all’impazzata, si trascinò fuori dalla pioggia battente e si diresse verso il suo frutteto di melograni, l’unico posto che conosceva come le sue tasche.
Si accovacciò sotto i rami, tremante e bagnato fradicio. Sentiva il respiro affannoso, il cuore ancora in subbuglio per lo spavento. Ma non era solo il temporale a farlo preoccupare.

I predoni nella notte
Dalla foresta, oltre la collina, giungevano suoni inquietanti. Non era il vento, né il fruscio della pioggia tra le foglie: erano voci. Voci roche, risate maligne, il tintinnio di armi.
I predoni.
Da settimane si diceva che bande di briganti si aggirassero nei dintorni, razziando villaggi, rubando raccolti e terrorizzando i contadini. Francesco si strinse al tronco di uno dei suoi alberi, sperando che la tempesta li facesse desistere. Ma ben presto vide, attraverso le fronde, le torce accese che avanzavano tra la pioggia.
«Saccheggiamo le case!», gridò uno. «Prendiamo tutto quello che troviamo!»
Francesco trattenne il fiato. Se lo avessero trovato, lo avrebbero derubato e forse anche peggio. Si rannicchiò ancora di più tra i rami, cercando riparo tra le foglie e i frutti.
I banditi si avvicinarono al frutteto, le loro ombre danzavano sulle gocce d’acqua. Uno di loro allungò una mano, staccò un melograno e lo guardò con disprezzo.
«Solo frutta marcia…» sbuffò, lanciandolo a terra.
Ma proprio in quel momento accadde qualcosa di incredibile.
Il miracolo dei melograni
Un vento improvviso scosse i rami dei melograni con forza. I frutti più maturi si spaccarono di colpo, liberando un profumo intenso, quasi ipnotico, e facendo cadere a terra migliaia di chicchi rossi e luccicanti.
I predoni si fermarono, sorpresi. Alcuni fecero un passo indietro, come se temessero una maledizione.
«Che diavoleria è questa?» borbottò uno.
«Non è naturale…», sussurrò un altro, facendo il segno della croce.
Il capo dei briganti, un uomo alto e barbuto, guardò la scena con occhi sgranati. «Andiamocene da qui! Questo posto è stregato!»
E così, nel giro di pochi istanti, i predoni fuggirono terrorizzati, lasciando il villaggio in pace.

Il giorno della gratitudine
Quando la tempesta cessò e la luna tornò a illuminare la valle, Francesco uscì dal suo nascondiglio e si inginocchiò accanto ai suoi alberi. Li accarezzò con riconoscenza, capendo che gli avevano salvato la vita.
Il giorno dopo, raccontò l’accaduto agli abitanti del villaggio, che rimasero sbalorditi. Tutti concordarono che era stato un segno del destino: i melograni erano davvero magici.
Da allora, ogni anno, il villaggio celebrò la Festa del Melograno, un giorno dedicato alla natura e alla generosità della terra. Francesco continuò a coltivare i suoi alberi con ancora più amore, e quando gli chiesero come fosse riuscito a sopravvivere a quella notte, lui sorrideva e diceva:
«Sono stati i miei melograni a proteggermi».
E così la leggenda di Francesco e dei suoi frutti magici si diffuse in tutta la regione, diventando parte della storia del villaggio per generazioni a venire.
Ascoltiamo insieme

Aiutaci ad aiutare!
Aiutaci con un tuo piccolo contributo.
Ti ringraziamo per aver letto questo nostro articolo. Se vuoi restare aggiornato puoi iscriverti alla nostra newsletter (potrai cancellarti quando vorrai)