Gesù Buon Pastore ci chiama a pregare con Lui per la salvezza delle anime perse. Uniamoci tutti in preghiera domenica alle 18.00
Preghiere e meditazioni sul Vangelo di oggi
Guida: Di fronte a Dio non si possono accampare diritti. Frequentare più o meno assiduamente
l’assemblea domenicale e riconoscersi sotto l’etichetta «Cristiano» non basta per essere dei
suoi. Per essere riconosciuti dal Padre occorre avere fede, amarlo e accettare di essere amati,
rinnovandosi ogni giorno a immagine di Cristo. Gesù si qualifica come buon pastore. La chiave
per comprendere il rapporto tra lui e le sue pecore è un’immensa tenerezza, così profonda da
resistere perfino di fronte alla morte.
Nel nome del Padre, del Figlio e dello Spirito Santo. Amen
Lettore 1: Dal vangelo secondo Giovanni Gv 10,27-30
In quel tempo, Gesù disse: «Le mie pecore ascoltano la mia voce e io le conosco ed esse mi
seguono. Io do loro la vita eterna e non andranno perdute in eterno e nessuno le strapperà
dalla mia mano. Il Padre mio, che me le ha date, è più grande di tutti e nessuno può strapparle
dalla mano del Padre. Io e il Padre siamo una cosa sola».
Parola del Signore.
Lode a Te, o Cristo
Lettore 2: Uno dei motivi principali di difficoltà a comprendere il capitolo 10 del vangelo di
Giovanni è che non riusciamo a penetrare nella dimensione profonda e affettiva che queste
immagini evocano perché sono, per la maggior parte di noi, fuori dal nostro vissuto ordinario.
Gesù, invece, proprio da questo vissuto concreto prendeva spunto per dire il rapporto fra
pecore e pastore, e le sue conseguenze.
L’immagine del pastore non è inedita nella Bibbia. Si ricordi il profeta Ezechiele. Sommando le
due cose: Gesù dice di essere lui il buon Pastore, compimento delle promesse dei profeti
dell’Antico Testamento, che, in un rapporto di reciproco amore, conduce il gregge alla vita.
Nella prima parte del capitolo 10 del vangelo di Giovanni, Gesù, a partire dalla similitudine del
pastore e da quelle a essa collegate, aveva già detto cose scandalose. Tutto ciò aveva
provocato dissenso e ostilità negli uditori.
Finalmente gli viene rivolta la domanda cruciale: «Se tu sei il Cristo, dillo a noi apertamente».
Domanda che rivela il vero nocciolo del problema: la fede.
La fede ci rende gregge di Gesù, immette in quel rapporto intimo di conoscenza reciproca resa
dalle parole. La fede instaura il rapporto di reciproca appartenenza affettiva ed effettiva fra
noi e Gesù. La fede consente a Dio di donare la vita eterna a chi crede, e al credente di non
porre ostacoli a ricevere il dono.
La reciproca appartenenza generata dalla fede è sicura e affidabile, perché le pecore del
gregge «non andranno mai perdute e nessuno le rapirà dalla mia mano». La «mano» significa
la potenza di Dio che si dispiega per la salvezza dell’uomo. È la mano di Dio, e perciò quella
con cui agisce Gesù, è la stessa potenza di Dio.
Qui si giunge al centro teologico del brano. «Io e il Padre siamo una cosa sola». L’affermazione
di Gesù è insostenibile per i Giudei, lo accusano di blasfemia, e tentano di lapidarlo.
Lettore 3: Cristo è il modello della Chiesa, non solo per il suo comportamento etico (troppo
poco!), ma per la sua intera vicenda. La Chiesa modella il suo agire, la sua missione, in costante
riferimento normativo a Cristo. Come Gesù, dopo la sua omelia nella sinagoga di Nazareth (cf
Lc 4), era stato aggredito e andandosene cominciò a predicare per tutta la Palestina, così Paolo
e Barnaba, rifiutati, trovano altri luoghi (fisici e culturali) a cui rivolgersi.
Qui sta l’interrogazione finale delle letture di oggi. Se siamo sicuri della protezione di Dio, se
siamo, almeno nell’intenzione, fedeli alla Parola, perché si registra tanta perdita di creatività,
tanta stanchezza a pensare e affrontare nuove sfide per l’annuncio del Vangelo? Perché da
anni ripetiamo le stesse azioni senza l’entusiasmo di intraprendere nuove strade? Perché
abbiamo perso lo slancio giovanile e la creatività fedele e coraggiosa della Chiesa apostolica?
Pensiamo forse che Antiochia fosse meno problematica e sfidante dei panorami culturali e
sociali di oggi?
Lettore 4: Gesù ci ha chiesto di fidarci di lui e del suo legame indissolubile con il Padre.
Preghiamo insieme e diciamo:
Signore, portaci nella tua mano.
• Perché, tra coloro che desiderano annunciare al mondo il tuo Vangelo, la virtù
dell’obbedienza sia compagna del coraggio e non della stoltezza. Preghiamo.
• Perché sappiamo riconoscere la nostra vita come frutto del tuo amore. Preghiamo.
• Perché desideriamo condividere l’appartenenza alla tua Chiesa, senza considerarla un
tesoro geloso. Preghiamo.
• Perché, prima di testimoniare la tua Parola, sappiamo interiorizzarla e meditarla nella
preghiera. Preghiamo.
O Padre, ci hai dato la sicurezza di una mano forte, che non ci abbandona mai. Fa’ che non
sprechiamo questo grande dono, ma lavoriamo attivamente per camminare nella tua giustizia
e raggiungere la santità. Te lo chiediamo per Cristo nostro Signore.
Al termine della nostra riflessione preghiamo secondo le intenzioni del Santo Padre e per la
Pace nel mondo
• Padre Nostro…
• Ave o Maria…
• Gloria al Padre…
Per tutte le anime del Purgatorio
• Eterno Riposo (3)
PROPOSTA DI IMPEGNO DELLA SETTIMANA: Signore, desideriamo far parte del tuo gregge,
eppure non ti conosciamo, rifiutiamo i tuoi ammonimenti e perseguitiamo coloro che ci
mettono di fronte alla verità, aiutaci a comprendere che la nostra vita è nelle tue mani, e che
il mondo è un paradiso d’amore e non un inferno dal quale avere paura. Amen.
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