Commento al Vangelo del 24 dicembre 2024

Conta l'Amore, natività

Ci visiterà un sole che sorge dall’alto.

Dal Vangelo secondo Luca
Lc 1,67-79
 
In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo:
«Benedetto il Signore, Dio d’Israele,
perché ha visitato e redento il suo popolo,
e ha suscitato per noi un Salvatore potente
nella casa di Davide, suo servo,
come aveva detto
per bocca dei suoi santi profeti d’un tempo:
salvezza dai nostri nemici,
e dalle mani di quanti ci odiano.
Così egli ha concesso misericordia ai nostri padri
e si è ricordato della sua santa alleanza,
del giuramento fatto ad Abramo, nostro padre,
di concederci, liberati dalle mani dei nemici,
di servirlo senza timore, in santità e giustizia
al suo cospetto, per tutti i nostri giorni.
E tu, bambino, sarai chiamato profeta dell’Altissimo
perché andrai innanzi al Signore a preparargli le strade,
per dare al suo popolo la conoscenza della salvezza
nella remissione dei suoi peccati.
Grazie alla tenerezza e misericordia del nostro Dio,
ci visiterà un sole che sorge dall’alto,
per risplendere su quelli che stanno nelle tenebre
e nell’ombra di morte,
e dirigere i nostri passi
sulla via della pace».

Parola del Signore.

Una casa

Roberto Pasolini

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Alla fine di questi giorni di Avvento, nei quali ancora una volta ci siamo preparati alla venuta del Signore, veniamo sollecitati dalla liturgia a concludere i preparativi per disporci a gustare la gioia del Natale. L’esperienza di Zaccaria, che resta ammutolito di fronte alla novità di Dio e al fragore delle sue promesse, è, in fondo, quanto doveva accadere anche a noi in questi giorni. L’abitudine della fede ha bisogno sempre di ritrovare lo stupore e l’esultanza per le impossibili opere di Dio, che nell’incarnazione del Verbo rivelano la loro — folle — misura d’amore per noi.

In quel tempo, Zaccarìa, padre di Giovanni, fu colmato di Spirito Santo e profetò dicendo: «Benedetto il Signore, Dio d’Israele […]» (Lc 1,67-68).

Il compito dell’Avvento non era altro che questo: svuotare il nostro spirito da tutti gli accumuli di paura, tristezza e accidia e ricolmarlo della santità di Dio, della sua forza e della sua speranza. Ammutolire il nostro parlare stanco e rassegnato, per farci diventare profeti capaci di annunciare la tenerezza e la misericordia del nostro Dio, secondo la grazia ricevuta in dono nel battesimo.

«[…] e ha suscitato per noi un Salvatore potente nella casa di Davide, suo servo […] salvezza dai nostri nemici, e dalle mani di quanti ci odiano» (Lc 1,69.71).

Nella disadorna mangiatoia di Betlemme, questa notte, saremo chiamati a contemplare di nuovo il mistero di questa salvezza potente, con cui Dio ha saputo liberarci dai nemici e dalle mani che avversano il nostro vivere quotidiano. Lo scambio di battute tra il re Davide e il profeta Natan ci offre una prospettiva singolare da cui inquadrare questo dono di salvezza.

Così dice il Signore: «Forse tu mi costruirai una casa, perché io vi abiti? […] Il Signore ti annuncia che farà a te una casa» (2Sam 7,5.11).

La smentita di Natan al progetto del re, che voleva costruire una casa al Signore, è l’ultima tessera del puzzle di Avvento. Sebbene la festa del Natale diventi, settimana dopo settimana, una serie di crescenti e frenetici preparativi, per far diventare le nostre case, le nostre mani e i nostri cuori capaci di dono, alla fine bisogna solo fermarsi e contemplare l’iniziativa di un Dio che è venuto a prepararci una casa. L’umanità del Verbo incarnato è la casa dove finalmente noi possiamo imparare a vivere. Ma è anche figura della nostra umanità, la casa da cui possiamo smettere di fuggire. Dalla culla alla croce, i panni della nostra vita non vanno più smessi. Ma indossati con umile e incrollabile fierezza. Come un «trono stabile per sempre» (2Sam 7,16).

fonte © nellaparola.it

Ascoltiamo insieme

Mt 1,18-25


Padre Gaetano Piccolo SJ

Padre Gaetano Piccolo SJ

Mi piace fare domande, ma non ho la pretesa di ricevere risposte.
È un gusto, una curiosità, che comincia da me stesso.
La filosofia è il luogo privilegiato dove ho esercitato quest’arte della domanda.
Gesuita, professore ordinario di filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana.
Il mio blog: https://cajetanusparvus.com


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