Gli spiriti impuri gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
Dal Vangelo secondo Marco
Mc 3,7-12
In quel tempo, Gesù, con i suoi discepoli si ritirò presso il mare e lo seguì molta folla dalla Galilea. Dalla Giudea e da Gerusalemme, dall’Idumea e da oltre il Giordano e dalle parti di Tiro e Sidòne, una grande folla, sentendo quanto faceva, andò da lui.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero. Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo.
Gli spiriti impuri, quando lo vedevano, cadevano ai suoi piedi e gridavano: «Tu sei il Figlio di Dio!». Ma egli imponeva loro severamente di non svelare chi egli fosse.
Parola del Signore.
Distanza di salvezza
Roberto Pasolini
Il vangelo di oggi è uno splendido e drammatico sommario, che ci lascia intuire qualcosa della capacità di attrazione che la persona di Gesù aveva saputo sprigionare nei primi giorni del suo ministero in Galilea. Le folle che accorrono e lo inseguono, mandando in fumo il suo progetto di ritirarsi presso il mare per un po’ di tempo con i suoi discepoli, sembrano avere già compreso ciò che, solo molto più tardi, l’autore della Lettera agli Ebrei dirà a proposito del sacerdozio di Cristo.
Cristo può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si accostano a Dio, essendo egli sempre vivo per intercedere a loro favore (Eb 7,25).
L’evangelista Marco non esita a raccontare come l’impatto tra la debolezza della gente e la potenza salvifica di Gesù sia un convulso contatto. Ciò da una parte attesta la fiducia riposta in lui da poveri e malati, dall’altra segnala il problema di una relazione che rischia di fallire il personale — quindi umano — incontro con il volto del Padre, limitandosi a quello con la sua forza taumaturgica.
Infatti aveva guarito molti, cosicché quanti avevano qualche male si gettavano su di lui per toccarlo (Mc 3,10).
Il Signore Gesù decide di introdurre una distanza di sicurezza tra il suo corpo e la folla, non certo per sottrarsi al compito di portare su di sé il peso delle nostre infermità e delle nostre paure, avendo offerto «se stesso» (Eb 7,27) per noi. Lo fa semmai per potersi donare a noi a misura della sua grazia e non del nostro bisogno.
Allora egli disse ai suoi discepoli di tenergli pronta una barca, a causa della folla, perché non lo schiacciassero (Mc 3,9).
Infatti le nostre sofferenze e i nostri disordini ci spingono sempre a manipolare l’altro e a lusingarlo con l’adulazione. Saltare addosso all’altro oppure esaltare troppo la sua presenza sono le infrazioni più diffuse che viviamo nei rapporti quotidiani. Anche con Dio. Il Signore Gesù introduce allora un interstizio tra il nostro bisogno di salvezza e il suo desiderio di donarcela, affinché impariamo a comprendere che ogni distanza la vita ci chieda di patire, in realtà, è — o può diventare — una distanza di salvezza, spazio sacro che consente relazioni più profonde e durature.
fonte © nellaparola.it
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Per gentile concessione © ♥ Padre Gaetano Piccolo SJ
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