![sguardo all'infinito](https://www.eugenioruberto.it/wp-content/uploads/2024/12/sguardo-allininito-1024x683.jpg)
Molti dall’oriente e dall’occidente verranno nel regno dei cieli.
Dal Vangelo secondo Matteo
Mt 8,5-11
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente». Gli disse: «Verrò e lo guarirò».
Ma il centurione rispose: «Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma di’ soltanto una parola e il mio servo sarà guarito. Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’!”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa».
Ascoltandolo, Gesù si meravigliò e disse a quelli che lo seguivano: «In verità io vi dico, in Israele non ho trovato nessuno con una fede così grande! Ora io vi dico che molti verranno dall’oriente e dall’occidente e siederanno a mensa con Abramo, Isacco e Giacobbe nel regno dei cieli».
Parola del Signore.
Incamminarsi
Roberto Pasolini
![Commento al Vangelo del 2 dicembre 2024,Commento al Vangelo del 2 dicembre 2024 di padre gaetano piccolo sj,Commento al Vangelo del 2 dicembre 2024 di roberto pasolini](https://nellaparola.it/ufiles/small/UID5EC57A1C06FBA_image_1.jpg?t=05042021)
Liberare il grido nascosto nella nostra umanità. Aprire gli occhi e riconoscere di aver ricevuto un potere da esercitare (con tutti e come tutti). Così, attraverso queste provocazioni, è ricominciata ancora una volta l’avventura dell’Avvento. Con l’invito ad aprire gli occhi sulla realtà, perché la salvezza viene e germoglia dalla terra. Ma — potremmo chiederci — dove orientare lo sguardo? Dove dirigere la freccia del nostro occhio stanco e talvolta pure affranto? Il vangelo ci offre un semplice, difficile (s)punto di partenza.
In quel tempo, entrato Gesù in Cafàrnao, gli venne incontro un centurione che lo scongiurava e diceva: «Signore, il mio servo è in casa, a letto, paralizzato e soffre terribilmente» (Mt 8,5-6).
La prima attenzione da ridestare è uno sguardo capace di riconoscere coloro che stanno vivendo dentro una grande sofferenza. Per scorgere questo pezzo di umanità ferita, con tutta probabilità, non è necessario intraprendere grandi viaggi. Proprio nella nostra casa abitano le prime sofferenze di cui dobbiamo imparare a sentirci — per poi anche essere — custodi premurosi. Come fa il centurione nel vangelo, che avrebbe tutto il diritto e il potere di sostituire il servo malato con uno sano. E invece fa un’altra cosa.
« Signore, io non sono degno che tu entri sotto il mio tetto, ma dì soltanto una parola e il mio servo sarà guarito» (Mt 8,8).
In queste parole — che a buon diritto sono entrate a far parte della liturgia eucaristica — noi scopriamo cosa sta dietro a occhi capaci di compassione: un cuore pieno di fiducia negli altri. Il centurione evita di mettere in imbarazzo Gesù, non costringendolo a entrare nella casa di un pagano (rendendolo così “impuro”). Però si fida profondamente di lui, così come si fida di tutte le persone che sono a lui affidate.
«Pur essendo anch’io un subalterno, ho dei soldati sotto di me e dico a uno: “Va’! ”, ed egli va; e a un altro: “Vieni!”, ed egli viene; e al mio servo: “Fa’ questo!”, ed egli lo fa» (Mt 8,9).
È questa fiducia nella realtà a meritare l’ammirazione e l’esclamazione del Signore Gesù. La fede che abbiamo — o diciamo di avere — in Dio si misura e si verifica attraverso l’attenzione e la fiducia che abbiamo nei fratelli. E la fiducia è espansiva e inclusiva di sua natura. Infatti Gesù, davanti a questa fede così grande, non può che ribadire il sogno di Dio, che già Isaia portava nel cuore e sulle labbra. La luce di Dio risplende per tutto e per tutti. Attendere, dunque, è anche incamminarsi.
«Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri» (Is 2,3).
fonte © nellaparola.it
Ascoltiamo insieme
![Padre Gaetano Piccolo SJ](https://www.eugenioruberto.it/wp-content/uploads/2024/09/gaetano-piccolo.jpg)
Padre Gaetano Piccolo SJ
Mi piace fare domande, ma non ho la pretesa di ricevere risposte.
È un gusto, una curiosità, che comincia da me stesso.
La filosofia è il luogo privilegiato dove ho esercitato quest’arte della domanda.
Gesuita, professore ordinario di filosofia presso la Pontificia Università Gregoriana.
Il mio blog: https://cajetanusparvus.com
Aiutaci ad aiutare!
Aiutaci con un tuo piccolo contributo.
Ti ringraziamo per aver letto questo nostro articolo. Se vuoi restare aggiornato puoi iscriverti alla nostra newsletter (potrai cancellarti quando vorrai)