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Sono le 6.30 del primo di settembre 2020
Eugenio si è svegliato, dopo una notte molto agitata; l’ho aiutato finalmente ad andare in bagno, il suo agognato bagno.
Si, con orgoglio e convinzione lo porto in bagno, qualsiasi cosa lui ci debba fare.
Infatti solo 3 gocce di pipì; ma va bene così. Sono comunque felice.
Nel mentre si alza anche mamma Giuseppina, che ci raggiunge. Come i Re Magi, uno avanti all’altro, in un simpatico trenino, Eugenio al centro si sorregge alla spalle di Giuseppina ed io che lo sorreggo sotto le spalle.
A passo lento, molto lento, claudicante, incerto, a tratti sconnesso, raggiungiamo la cucina.
Gli preparo il suo amato toast, stavolta con una fettina di scamorza (la sottiletta è terminata ed abbiamo dimenticato di comprarla) e la pancetta (eh, quella non manca mai)
Gli sistemo il crocifisso della catenina che porta al collo e lo invito a salutare il nostro amico sulla croce: ci segnano col segno della croce e ringraziamo il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo per questa nuova, stupenda e meravigliosa giornata, ancora insieme.
Cambio turno: vado a riposare un po’. Sono tranquillo: Eugenio è nelle dolcissime mani della sua mamma.
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