bacheca disegni OPBG

Tempo di lettura: 18 minuti

Ultimo aggiornamento: venerdì 14 Febbraio 2025 alle 19:21

Il nostro weekend d’amore sublime nella città eterna

Ci siamo, ancora una volta, sempre con la stessa ansia, sempre con lo stesso ardore d’amore.

Tornare a Roma per noi è come tornare a casa, nella città che ci ha visto ospiti per quasi un anno, dove con un mix di speranza, fede, impegno, passione, forza, sentimenti e amore, ci siamo sempre sentiti, accolti, amati, coccolati, spronati.

E noi, ogni anno, cerchiamo con la grande umiltà e la passione che ci ha lasciato Eugenio in eredità, di portare lo stesso amore a chi ce lo ha donato.

I doni

  • Esenta Convatec spray rimuovi cerotto 30 pz acquistate presso Farmacia D’Aloia
  • Confezione 72 mini libri e pastelli per colorare
  • 18 Album da colorare in confezione con penna magica + altri 6 album completi di pastelli
  • 2 Giochi da tavolo in confezione maxi (donati da Monica Liberatore)
  • Confezione caramelle 150 cherry goleador xplosion – donate da Market Tina Dragoni (CE)

La partenza: venerdì 7 febbraio 2025

Aspettiamo Francesca che esce da scuola. Sono le 13.30 circa e siamo tutto un fermento, cucciole comprese. La piccola Zara è al primo viaggio: speriamo che il camper non le crei problemi allo stomaco o all’umore.

Io sono sempre l’autista, la mia navigatrice è Francesca, e spesso anche Giuseppina, ed il mio navigatore artificiale è Garmin 780.

Alle 15 partiamo, frizzanti e carichi di gioia, di doni e pensieri per i nostri piccoli amici dell’ospedale pediatrico Bambino Gesù di Roma Gianicolo.

Ma soprattutto il nostro pensiero più grande va a tutte le amiche ed amici che ci hanno permesso di acquistare questi doni, con le loro donazioni durante la campagna “la pasta che fa bene al cuore

Annunciare il Vangelo, dunque, non è tempo perso: è essere più felici aiutando gli altri a essere felici; è liberarsi da sé stessi aiutando gli altri ad essere liberi; Annunciare il Vangelo è anche diventare migliori aiutando gli altri a essere migliori!  

Papa Francesco

Alle 18.30 siamo a park Fornaci, il nostro amato parcheggio libero a 4 passi da Piazza San Pietro.

Questa volta non è tanto libero: è presidiato da una vasta tecnostruttura, in occasione del Giubileo 2025, per ospitare fino a 75 persone per la notte e tantissime altre per i pasti quotidiani.

Il Comune di Roma sente anche suo il Giubileo 2025: Peregrinantes in spem.

Con discrezione e accortezza cerchiamo, e troviamo, un posticino per il nostro piccolo camper Pio. Cerchiamo una sosta tranquilla, ma non invasiva per i pellegrini ospitati da SPQR.

San Pietro, non vediamo l’ora di abbracciarti e lasciarci abbracciare dalle tue 284 colonne, per sentire ancora una volta l’abbraccio caldo e amorevole del Padre.

Il nostro cuore sussulta quando, da circa 1200 metri di distanza, il cupolone ci saluta.

il cupolone da via Fornaci
il Cupolone da via Fornaci

Eccoci! Siamo noi, siamo i fantastici 4, e siamo ancora qui, sempre con te!

Sono sparite le ansie, la stanchezza e i timori; ci sentiamo pronti a vivere questi giorni con gioia e serenità.

Il desiderio forte di essere nuovamente in Piazza San Pietro e di vedere tutte le migliorie fatte in preparazione del Giubileo ci danno la carica giusta e in pochi minuti percorriamo a piedi la strada che ci fa arrivare al colonnato.

Ci accoglie una Piazza San Pietro deserta, piacevolmente deserta, ma ricca del suo silenzio, densa del suo spirito, pulita ed ordinata come al solito, ma viva, viva nella sua luce splendente e nelle acque ridondanti delle fontane che richiamano la vita che scorre e mai termina.

Restiamo basiti, impietriti dentro tale bellezza che ci avvolge, silenziosa e grata della nostra presenza, ci ricambia dell’affetto e ci spinge verso nuove mete.

Ci incamminiamo verso Via della Conciliazione, con la sicurezza della Chiesa alle spalle e l’avventura della nuova Piazza Pia all’orizzonte.

Bella e accogliente da togliere il fiato, vivibile, moderna, silenziosa e avvolgente.

Una discreta discesa porta il traffico romano nel sottosuolo e lo devia senza destare alcun sospetto verso il viaggiatore, il pellegrino, il turista. Ecco la vera città a misura d’uomo: coniugare senza traumi la modernità e l’antico, il fermento del traffico moderno con il silenzio della vita che scorre fra i sanpietrini di una Roma antica e vissuta, caput mundi.

Ci avventuriamo nel borgo antico di Borgo Pio, che fra mille locali e ristoranti e leccornie ci invita a trascorrere una serata in pieno relax romano.

Come non innamorarsi e lasciare il cuore a Roma?

Una pizza, una CocaCola, noi tre più uno, fantastici 4, e ci incamminiamo nuovamente verso la base camper, dove ad attenderci ci saranno le nostre due amate beagle, mamma e figlia, Lussy e Zara.

Che spettacolo: piazza San Pietro è li, ferma, non ti chiede niente, ma ti dona tanto.

Di ritorno al camper Pio le nostre amate cucciole ci fanno la festa che solo il fedele cane, vero amico dell’uomo, sa compiere. Fedeltà assoluta, solo in cambio di una carezza, un sorriso, un abbraccio. Fedeltà incondizionata.

Buona notte, Roma; buona notte Eugenio fra le stelle che brillano sul cielo di ogni città.

Buongiorno Roma: sabato 8 febbraio 2025

la Madonnina all'ingresso OPBG
la Madonnina all’ingresso del pronto soccorso OPBG

Buongiorno Madonnina di tutti i bimbi, buongiorno Eugenio che sei nel cuore della nostra amata Mamma celeste. Entrare è ritrovare una parte del nostro cuore; entrare ed avvicinarci alla Madonnina che per un anno ha visto ed asciugato le nostre lacrime è tornare a casa; entrare e salutare la nostra Madonnina è salutare Eugenio che vive sul suo grembo materno e conosce la Luce del Signore.

Siamo emozionati, siamo gioiosi e tristi nello stesso momento perché, come citava una epigrafe all’ingresso del Policlinico Gemelli, “l’ospedale può essere luogo di dolore, ma anche di speranza e di gioia“. E noi fantastici 4 siamo pieni di speranza, di amore, di fede, di forza.

Ascensore: terzo piano. Oncoematologia day hospital.

Bisogna trattenere il fiato prima di fare accesso a questo reparto: è straziante, fa male al cuore, lo spirito dell’uomo è lacerato, la fede traballa!

Come puoi Dio misericordioso permettere tutto questo?” viene spontaneo chiedersi.

In silenzio, il Signore risponde: “Eccomi!

Siamo accolti con un sorriso smagliante, tanta fede e speranza e infinito amore, dalla infermiera che aveva ricevuto le giuste istruzioni dalla nostra carissima amica Elsa Bianchini, capo reparto oncoematologia day-hospital.

Ecco dov’è il Signore: nelle mille e mille dottoresse, infermiere, dottori, studiosi, ricercatori, portantini, barellieri, autisti e mille ancora che ogni giorno si prendono cura dei mille e mille bambini che transitano speranzosi in queste stanze e fra questi uffici, sostenuti e spronati dai genitori, che intravedono in questi luoghi, la luce della guarigione.

Mentre aspettiamo la dottoressa Antonella Cacchione, oncologa e fedele amica di Eugenio, e nostra amica del cuore, siamo colpiti da un piccolo bambino rumeno, stanco, affaticato e nervoso per il luogo poco ospitale ai suoi occhi infanti dove i genitori l’hanno obbligato a venire, in un giorno in cui poteva ridere e giocare coi suoi amichetti. Capiamo perché di questo suo stato: il piccolo ha la malattia rara dell’emofilia.

Salvo per miracolo e per la pronta diagnosi di un dottore proprio dell’ospedale in cui siamo, in piccolo ora, grazie ad una cura mensile, può vivere una vita normale e serena. Ecco dov’è il Signore!

Gli regaliamo dei pastelli, dei libri da colorare ed il nostro caldo abbraccio: lui capisce, comprende, annuisce, ricambiando il nostro sorriso.

Fra lacrime e abbracci, ci stringiamo attorno alla sua mamma e al suo papà, ricordando la battaglia del nostro Eugenio.

Entro nella luminosa stanza dedicata ai giochi, ai passatempi, allo svago e al non pensare troppo: la ludoteca.

Vengo folgorato immediatamente dai disegni in bacheca: ecco Eugenio!

E’ lui, ma non è lui. Il disegno indica un “6”, forse l’età dell’autore. Ma ci indica chiaramente che Eugenio è vivo, in ognuno di noi, in tutti noi!

Vedo negli occhi di un ragazzino coetaneo di Eugenio e calvo come lui nel peggior periodo della sua breve ma intensa vita, tanta rabbia, delusione e afflizione per tutti i dolori che percorrono il suo corpo martoriato dalla chemioterapia. La mamma lo consola, tenta di consolarlo, come solo una mamma sa fare e può fare. Ma lui piange e grida contro la vita, ma per la vita.

Incontriamo anche con immenso piacere e con tanto affetto la dottoressa Giacomina Megaro, oncologa di Eugenio nel suo ultimo periodo di degenza presso il reparto di terapie sperimentali.

Eccola, arriva la nostra doc del cuore, Antonella Cacchione. Che balzo al cuore, quanti ricordi, quanto amore. Ed il cuore ricomincia a battere, forte ed intensamente, quasi quanto tutto l’impegno e l’ardore speso per curare il nostro Eugenio.

Mentre noi immortaliamo questo momento di felicità e spensieratezza, una paziente ed amorevole insegnante aiuta un giovanissimo degente nei suoi studi, per proseguire nel percorso di vita, nella vita che sempre segue il suo cammino.

I nostri occhi si incontrano, si abbracciano silenti, si guardano fin dentro il cuore, si donano e ricevono tutto l’amore e il sorriso che è impresso nel cuore di Eugenio, che ci unisce.

Quelle pareti parlano di vita, i disegni dei mille bambini curati e salvati parlano di amore, l’odore acre del disinfettante ospedaliero parla di cura, della missione d’amore che ogni medico professa ogni giorno.

Ci aggiorniamo sugli ultimi eventi di vita quotidiana con la nostra amata dottoressa (3 figli, dei quali uno in età di scelte scolastiche come la nostra Francesca – la famiglia da gestire in una città bella, caotica e grande come Roma – famiglia di origine che vive lontano da Roma); sugli eventi che purtroppo capitano in ospedale (che non sono sempre a lieto fine); su colleghi e colleghe che hanno avuto la vita “stravolta” da malattie (eh no, non sono risparmiati nemmeno loro…).

Troppo presto arriva il momento di lasciarla ai suoi doveri in ospedale, innumerevoli le telefonate che sollecitavano il suo rientro in reparto, genitori che la trattengono per essere aggiornati su terapie, esami da programmare per i piccoli pazienti giunti da ogni parte. Millemila abbracci e baci, promesse di rivederci presto, con calma… e siamo fuori.

Roma ci aspetta ancora una volta. Il cielo va incupendosi, arrivano dei grossi nuvoloni, ma noi ci avviamo fiduciosi verso il Terminal Gianicolo, dall’interno del quale arriviamo a Via Conciliazione.

Quante volte, con Eugenio, abbiamo percorso queste gallerie, questi tunnel per tornare a rivedere la Luce.

Nei nostri sorrisi c’era speranza, fede, amore. Ci manca una parte di cuore, ma i sentimenti sono uguali.

E’ ora di pranzo e accontentiamo il desiderio di Francesca di mangiare un bel panino del McDonald’s

panino al McDonalds

La sede di Borgo Pio è iper-affollata! Tantissima confusione data dalla presenza di numerosi stranieri e anche dal fatto che sono le giornate del Giubileo delle forze armate e Roma è letteralmente invasa da uomini e donne in divisa di ogni nazione, colore ed età!

Riusciamo a trovare un tavolo d’angolo e prenotiamo il nostro agognato panino. Inizia a piovere!

Mangiamo in fretta il nostro pasto e lasciamo il tavolo ad altre famiglie in attesa; usciamo dal locale e ci dirigiamo verso un bar per un meritato caffè italiano. La prossima tappa della nostra giornata romana è con il caro amico Alessandro Gisotti a Palazzo Pio. Scende la pioggia, ma che fa!

Raggiungiamo la sede Vatican News e troviamo Alessandro ad attenderci, con un sorriso e un abbraccio così calorosi che, credetemi, è come se ci fossimo visti solo l’altro ieri. E’ questo che rende uniche le persone, la semplicità con la quale ti accolgono e ti fanno sentire amato, parte di una sola grande famiglia.

Ci dirigiamo verso il terzo piano, senza nessuno in giro perchè è sabato; la redazione è vuota. Pochi giornalisti al lavoro e tutti impegnati a preparare i servizi sugli eventi in corso legati al Giubileo.

Con Alessandro è tutto in discesa, ci raccontiamo aneddoti, fatti accaduti, novità… si, è davvero un bellissimo incontro! Di quelli che ti fanno percepire il bello delle amicizie.

Facciamo anche da promoter al nostro cugino e amico del cuore Loris Mastrangelo, con il suo nuovo pastificio artigianale omonimo, in Alife (CE), di cui qui trovate tutte le info.

Alessandro, con la sua pacata dolcezza ed infinito affetto, ci gratifica dei piccoli pensieri a lui rivolti, così come abbiamo rivolto un pensiero speciale alle nostre amiche del cuore Marina Tomarro e Benedetta Capelli, che più e più volte ci hanno onorato e deliziato per le loro interviste proprio sui canali vaticani.

Con Alessandro Gisotti
Fantastici 4 in Vatican News Palazzo Pio con Alessandro Gisotti

Ma il tempo vola! Alessandro è pieno di impegni per le dirette della domenica (messa con Papa Francesco da Piazza San Pietro), lo aspetta il suo direttore, Andrea Monda (che abbiamo avuto il grande piacere di conoscere) e noi… noi abbiamo il nostro pellegrinaggio giubilare da compiere.

Sono le 15.30, siamo in Piazza Pia, piove a dirotto, ma stranamente questa pioggia non ci infastidisce; anzi, la sentiamo sorella in questo cammino che ci apprestiamo a compiere. Abbiamo prenotato il cammino dall’app iubilaeum2025; in Piazza Pia ad attenderci ci sono i volontari, precisi e cortesi, che controllano i nominativi e ci chiedono (essendo solo noi 3) se vogliamo unirci ad un gruppo di pellegrine di lingua spagnola (sono 16 donne di nazionalità spagnola e argentina). Accettiamo volentieri. Ci viene data la preghiera da recitare durante il cammino verso la Porta Santa e ci guardiamo l’un l’altro nel momento in cui c’è da prendere la Croce per portarla in San Pietro.

Non ci penso due volte: prendo la mia croce, l’abbraccio con tutto il cuore, siamo corpo unico.

La piaggio porta il mio pensiero agli attimi tremendi e disumani del Calvario, e il mio pensiero volge verso il calvario a cui è sottoposto ogni malato, più o meno grave, più o meno sofferente, ma sempre rivolto verso la meta.


Durante il Cammino i pensieri sono tanti, le emozioni che ci attraversano la mente, il cuore batte a mille e si, cerchiamo di vivere questo momento in preghiera e in silenzio. Solo la pioggia, con il suo incessante ticchettio, fa da colonna sonora a questo momento.

YouTube video

I controlli da parte delle forze dell’ordine sono scrupolosi e precisi, ma con un po’ di correttezza e rispetto si passa senza problemi senza impegnare il personale addetto più del dovuto. Ci avviamo verso San Pietro. La folle è enorme, silenziosa, ordinata e mesta. La pioggia non sembra dare molto fastidio, anzi crea quell’atmosfera di sana unione fraterna.

con la Croce sotto il colonnato di San Pietro

Scusateci se non ci sono troppe foto della Porta Santa, dell’ingresso in San Pietro, ma il momento è stato molto forte, intenso… eravamo lì anzitutto come pellegrini e non come reporter.

Alla tomba di San Pietro era vietato fare foto, giustamente! Lì termina il Cammino e noi consegniamo la Croce al volontario che ci ha accompagnato, salutiamo le pellegrine spagnole e ci facciamo abbracciare e rifocillare dal Padrone di casa. Essere all’interno della Basilica è come sempre un grande momento di pace!

Partecipiamo con grande gioia per lo spirito al Santo Rosario e alla Santa Messa. C’è tantissima gente! Ma siamo comunque sereni, siamo avvolti nell’abbraccio di Cristo, ci sentiamo accolti ed amati.

La Basilica di San Pietro per noi è come stare a casa: ci sentiamo sereni, accolti, amati, coccolati.

Sono circa le 18.00 che lasciamo l’interno della Basilica; ci sono ancora pellegrini in entrata, c’è confusione di lingue e di razze, ma la fede è una sola e le anime si incontrano senza ostacoli, senza barriere, senza guerre, senza odio. Amore, solo amore.

Occorre respirare lentamente, trattenere nei polmoni tutto l’ossigeno capace, per poi farlo confluire nell’anima.

Questo dono Piazza San Pietro: l’abbraccio del Padre, il silenzio con cui ci parla ogni giorno, l’ascolto discreto e sincero, il dialogo tra Padre e Figlio.

Abbiamo bisogno di diversi minuti per destarci da quel paradiso in terra, abbiamo bisogno di guardarci negli occhi luccicanti di gioia eterea, abbiamo bisogno di stringerci per poterci ritrovare qua, figli amati.

Dopo aver concesso un pasto fuggente e frugale, io e Giuseppina ci concediamo un pasto slow & comodo: Ristorante Venerina.

Per tutte le tasche, molto pulito ed ordinato, molto tranquillo, personale cortese e servizievole: una chicca nel Borgo Pio di Roma, ad un passo da San Pietro, tra mille rumori e tanto traffico, ma immersi in una musica soft di sottofondo per gustare una ottima pizza e qualche piccolo sfizio culinario. Francesca sceglie una superba “carbonara”.

La pioggia va e viene: è quasi sempre presente, ma non in maniera eclatante. Sembra quasi voler rallentare il brontolio della vita moderna, quasi a suggerire l’ascolto e la riflessione, mentre le gocce sapienti bagnano i sanpietrini levigati dal tempo.

Ma gli amici, le amiche non hanno distanza, non hanno orari, non hanno mai impegni: perchè il cuore ha sempre tempo.

La nostra amica del cuore, compaesana e compagna di tutto il nostro percorso di vita con Eugenio, Enrichetta Offreda, tra cento autobus in giro per Roma, la pioggia battente, pur essendo all’altro capo di Roma (praticamente faceva prima ad arrivare a Bangkok) ci ha raggiunti in Via della Conciliazione, dove ci siamo riparati dalla piaggia in un bar.

La prima volta che ci incontrammo era a Park Colombo, dove eravamo in sosta con il famoso camper Albino, dei nostri amici Fidanza. E c’era Eugenio. Adesso, rivedendoci, un pochino di magone c’era, ma lo abbiamo soffocato nella gioia dell’incontro.

Di ritorno verso “casa” siamo attratti da Santa Maria in Traspontina, una chiesa proprio su Via della Conciliazione: sembra stare li piccola, davanti alla maestosità della Basilica di San Pietro, quasi a sentirsi piccola, ma ricca di fede ed opere che lasciano il visitatore ancora una volta senza fiato.

Ritorniamo, a passo lento, verso casa, la nostra casa mobile, dove ci attendono le nostre cucciole. Siamo stanchi, ma siamo tanto pieni di grazia.

Buonanotte Roma, città eterna.

Domenica 9 febbraio 2025: il giorno del Signore

Le donne Ruberto’s riposano, serene. Le femmine Ruberto’s scalpitano, fremono, voglio uscire.

ok, OK, usciamo!” le dico; scendo dalla mia brandina al primo piano dei letti a castello, aggancio i guinzagli ed usciamo per la passeggiatina mattutina. L’aria è frizzante, serena e calma. Anche gli ospiti della tecnostruttura sono tranquilli, malgrado la nottata sia stata un po’ agitata per la presenza di “persone agitate ed alterate” sedate opportunamente ed abilmente dalle forze dell’ordine e personale sanitario. Eravamo a stretto contatto di gomito, quindi abbiamo seguito, sonnolenti, la dinamica del controllo territorio. Anche quando noi dormiamo sonni pacati ci sono persone che si spendono per la nostra sicurezza e per i nostri sonni beati, non dimentichiamolo!

Proprio non riusciamo ad arrivare in tempo per l’inizio della Santa Messa in Piazza San Pietro: la stanchezza è tanta, le emozioni di pari passo. Mi riaddormento, e la piccola beagle Zara si diverte a masticare i miei occhiali! Sigh!

Ma il rumore della masticazione della piccola Zara sveglia di soprassalto Giuseppina, che la redarguisce mentre l’asticella dei miei occhiali è ancora fra i suoi piccoli ma acuti dentini. Siamo svegli,siamo pronti per una nuova avventura d’amore. Ci prepariamo in breve tempo, perchè la voglia di ritornare “a casa” in piazza San Pietro è fortissima.

Arieccoci, semo de novo qua! Ma davvero siamo 7 miliardi di persone sulla Terra, e la maggior parte sono tutti qua!

Una folla immensa ci accoglie, mentre canti giubilari solleticano le nostre orecchie sublimandoci!

Incantati: restiamo incantati davanti a tanta fraternità, a tanta bellezza, coesione, pace, rispetto. Dio è qui, e si vede, si sente sulla pelle.

Tutto il mondo è presente: nelle vesti di militari, operatori di pace, di sicurezza e di giustizia quasi 40mila persone sono presenti in Piazza San Pietro e in giro per le vie dell’urbe. La casa del mondo è qui!

Il tempo è sereno, la pace regna dei nostri cuori e il Signore ci invita a vedere con occhi sempre nuovi l’antichità e la modernità della città eterna. Ci divertiamo a fare i turisti ancora una volta, percorrendo Via della Conciliazione, che è più un fatto che solo una denominazione urbanistica.

Sostiamo avanti alla maestosità e la bellezza di Castel Sant’Angelo e guardiamo con occhi languidi e pieni di pathos San Michele, che dall’alto e con la sua spada dolce ma sicura copre con la sua ala il popolo romano ed il mondo intero.

Ci soffermiamo su Ponte Sant’Angelo, e osserviamo inebriati dalla pace del momento il lento scorrere del Tevere, quasi a volerci suggerire qualcosa, qualcuno, che sappiamo, che teniamo nel cuore.

Godiamo per l’ultima mattinata romana la serenità che si respira in Piazza Pia, che ancora una volta è un fatto più che una attribuzione civilistica; proprio non riusciamo a scollarci da quei sanpietrini, l’attrazione magnetica di questa città con i fantastici 4 Ruberto’s è talmente forte da trattenerci saldamente fra le mura vaticane.

Tanta aria fresca e pura, tanto movimento fa venire fame: Francesca ruggisce, vuole tornare a Borgo Pio ed ancora una volta la accontentiamo, però scegliamo un posticino tranquillo ed accogliente. Scegliamo “il pozzetto”, soft, ordinato ed accogliente con personale di sala preciso e scrupoloso. Una ottima pizza, acqua e CocaCola, e siamo pronti per tornare a casa, la casa dove nascono e crescono i nostri figli, la casa dove noi vediamo crescerli nella speranza di restare sempre uniti, fra cielo e terra.

Ciao Roma, ad maiora semper!


Eugenio

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