19 marzo 2020: meditazione sul Vangelo di Matteo 1,16.18-21.24a
Dal Vangelo di Gesù Cristo secondo Matteo 1,16.18-21.24a.
Giacobbe generò Giuseppe, lo sposo di Maria, dalla quale è nato Gesù chiamato Cristo.
Ecco come avvenne la nascita di Gesù Cristo: sua madre Maria, essendo promessa sposa di Giuseppe, prima che andassero a vivere insieme si trovò incinta per opera dello Spirito Santo.
Giuseppe suo sposo, che era giusto e non voleva ripudiarla, decise di licenziarla in segreto.
Mentre però stava pensando a queste cose, ecco che gli apparve in sogno un angelo del Signore e gli disse: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua sposa, perché quel che è generato in lei viene dallo Spirito Santo.
Essa partorirà un figlio e tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo dai suoi peccati».
Destatosi dal sonno, Giuseppe fece come gli aveva ordinato l’angelo del Signore.
PAROLE DEL SANTO PADRE
Il brano del Vangelo ci mostra due persone, le due persone che più di ogni altra sono state coinvolte in questo mistero d’amore: la Vergine Maria e il suo sposo Giuseppe. Mistero di amore, mistero di vicinanza di Dio con l’umanità.
Così, in modo unico, Dio si è avvicinato all’essere umano prendendo la carne da una donna. Anche a noi, in modo diverso, Dio si avvicina con la sua grazia per entrare nella nostra vita e per offrirci in dono il suo Figlio. E noi lo accogliamo? Lo lasciamo avvicinarsi oppure lo rifiutiamo, lo cacciamo via? Anche noi, accogliendo Gesù e cercando di seguirlo ogni giorno, possiamo cooperare al suo disegno di salvezza su noi stessi e sul mondo. (ANGELUS, 18 dicembre 2016)
Meditazione
In questo periodo di grandi dubbi, di forti preoccupazioni, di incertezze, di paure, l’unica fonte di salvezza, di sicurezza, di pace, di serenità è il Vangelo.
Giuseppe, papà a guida di tutti i padri, deve essere per noi l’esempio del credo, l’esempio di quell’amore cieco e fedele. Solo così Dio potrà darci quello che chiediamo.
Amore per la propria famiglia; amore per la propria moglie, per i propri figli. Amore verso il prossimo, che genera amore verso noi stessi.
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